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Sarà possibile il necessario rinnovamento della Chiesa?

Sarà possibile il necessario rinnovamento della Chiesa?

Tratto da: Adista Documenti n° 9 del 09/03/2024

Qui l'intorduzione a questo testo. 

La grande crisi che sta attraversando la Chiesa cattolica è più che evidente. Analizzando le cause, i leader ecclesiastici attribuiscono la situazione principalmente a cause esterne: un ambiente sempre più materialista, crescente secolarizzazione della società, relativismo che rifiuta l’esistenza di valori e verità assolute, secolarismo militante e bellicoso contro ogni credenza, crescente spirito edonistico che mette il godimento della vita al di sopra di ogni altra cosa, ecc.

Ma altri ritengono che la disaffezione verso la Chiesa sia dovuta soprattutto a ragioni interne, al suo modo di essere e di pensare, totalmente fuori dal nostro tempo. Da tutti i campi scientifici sono nati nuovi paradigmi che a poco a poco ci hanno portato in una nuova era culturale. Il nostro universo concettuale è cambiato. La Chiesa ha bisogno di rinnovarsi per poter comunicare, trasmettere il suo messaggio e comprendere e servire coloro che sono in essa o vi si avvicinano. Chi la pensa così e converge in questa valutazione poi si diversifica su posizioni che vanno da chi crede che basti un trucco leggero a chi pensa che sia giunto il momento di adattare non solo le forme ma anche gli stessi contenuti catechetici alla mentalità moderna per renderli comprensibili alle persone di oggi.

D’altra parte, ci sono gruppi conservatori che difendono, da posizioni più o meno radicali, la necessità di rimanere fermi e resistenti ai cambiamenti che i “modernisti” vogliono introdurre. Si sentono a proprio agio con il loro modo di vedere la loro Chiesa e con il loro modo di vivere la loro fede. Ci sono sempre stati problemi, dicono. E riguardo ai momenti brutti della Chiesa sanno che «le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa». Se qualcuno non vuole essere salvato al suo interno, è un problema suo.

La Chiesa ha difficoltà a realizzare il necessario adattamento che le viene richiesto, perché i suoi problemi principali sono al suo interno: il clericalismo, con la sua mentalità patriarcale e la mascolinizzazione generalizzata della Chiesa; l'autorità gerarchica, messa in discussione come tale da alcuni e da molti nel modo in cui viene esercitata; il modo di intendere la Tradizione, che sembra voler rendere legge eterna le norme e i costumi precedenti che sono nati in un determinato contesto. Siamo di fronte a tre poli carichi di energia negativa che attendono tutto ciò che può apparire come una luce positiva di progresso.

Ed ecco che abbiamo papa Francesco in mezzo alla tempesta prodotta da chi vuole creare una Chiesa sinodale che la modernizzi, nella forma e nei contenuti, e da chi vi si oppone, perché pensa che ciò significherebbe porre fine agli elementi essenziali che sostengono l’antica struttura gerarchica ecclesiastica. Credo che sia da queste prospettive che vada interpretato l'attuale problema tedesco. C'è una forza rinnovatrice rappresentata dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) che cerca di approvare statuti che il Vaticano non sembra approvare, perché capisce che si sta cercando di creare un'istituzione di governo di laici e chierici che potrebbe prendere decisioni al di sopra o al di fuori dell'episcopato tedesco. Anche alcuni vescovi tedeschi non sono d'accordo con le affermazioni dello ZdK.

In linea con questo tema, ma a prescindere dal dilemma specifico che esiste all'interno della Chiesa tedesca e tra questa e il Vaticano, ci sono cattolici che pensano che alla radice della disaffezione che esiste nei confronti della Chiesa ci sia proprio il suo modo di intendere l'autorità, che arriva addirittura a qualificare come «di origine divina», perché conferito direttamente da Cristo a Pietro e agli apostoli ed ereditato dal papa e dai vescovi. Oggi questo suona tanto “mondo antico”, tanto “ideologia” per giustificare l’ingiustificabile, come il mito del racconto biblico della creazione che viene utilizzato per spiegare l’origine del mondo allora sconosciuto.

Mi sembra che non ci sia motivo di mistificare una realtà umana così necessaria e accettata nella società che ha funzionato e funziona in modo molto diverso in luoghi diversi del mondo e in momenti diversi della storia. La Chiesa si è adattata al modo di esercitare l'autorità dei tempi antichi ed è divenuta gerarchica e autocratica. Allora, ciò che dovrebbe fare oggi è adattarsi al contesto sociale attuale e democratizzarsi, che è ciò che spaventa molti e non si sa perché: è ciò che sembra più ragionevole per il funzionamento dei gruppi sociali. Perché ciò che sembra buono per gli altri non è buono per la Chiesa? Non dovrebbe venire qui l'inculturazione della fede, che deve saper ascoltare e comprendere ciò che la gente di oggi dice loro? Se non ci si sintonizza con il sentire comune, ciò che accadrà nella maggioranza sarà, quantomeno, l’indifferenza o il rifiuto.

Tornando alla tensione sorta tra parte della Chiesa tedesca e Vaticano, va detto che sono molti i cattolici nel mondo che si sintonizzano e sostengono la posizione dello ZdK, secondo cui, per superare il clericalismo, bisogna cambiare istituzioni ecclesiastiche in cui è presente in via esclusiva, come le Conferenze Episcopali Nazionali, i Consigli Presbiteriali Diocesani e le Riunioni Arcipretali, che sono riservate ai soli chierici. Non ci sono né laici né donne in essi. Non è ragionevole che oggi gli organi collegiali di governo siano così restrittivi e rappresentino un solo gruppo, il clero, che è anch'esso minoritario nella Chiesa. Per questo motivo riteniamo così importante creare una Chiesa sinodale, dove camminiamo insieme come fratelli, partecipando alla vita della comunità e al lavoro per un mondo migliore, insieme a tutti coloro che lo fanno nella stessa direzione indicata dai diritti universali dell'uomo, che per noi coincidono fondamentalmente con la costruzione del Regno di Dio annunciato e voluto da Gesù di Nazaret. La partecipazione è uno dei tasselli fondamentali del futuro della Chiesa affinché tutti la si senta nostra, e non solo dei preti. Da un lato devono essere aperti i canali di partecipazione e dall’altro ci si deve assumere la responsabilità di partecipare.

Ne risulterebbe una Chiesa nuova, più in consonanza con la mentalità e la cultura di oggi.

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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